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La collezione Luigi Cocco (Museo Etnografico Cagliari)

 
In un padiglione della Cittadella dei Musei di Cagliari è conservata la Collezione del magistrato Luigi Cocco (Villasor 1883 - Cagliari 1959) consistente in circa duemila oggetti di inestimabile valore etnografico. I tessili, i gioielli, gli utensili, i mobili e gli intagli collezionati da Luigi Cocco narrano le tradizioni popolari della Sardegna in un periodo storico compreso tra la seconda metà dell'Ottocento e la prima metà del Novecento.
L'ambientazione del Museo è arricchita dalla presenza imponente della roccia che fa da sfondo suggestivo ai manufatti conservati nelle teche di vetro.
La religiosità suntuosa dei Rosari in argento si coniuga con gli elementi della superstizione popolare quali il corallo e le pietre nere che richiamano alla mente gli antichi amuleti sardi.


Le Gancere in argento costituivano una parte essenziale dell'abbigliamento tradizionale maschile e femminile, non solo per fermare i colletti delle camicie, le gonne ed i fazzoletti per coprire il capo, ma anche per abbellire e rendere preziosi i colorati costumi della festa in Sardegna. Ancora oggi è possibile ammirare questi gioielli sopra i costumi sardi indossati dai gruppi folk durante le sfilate che si tengono in occasione delle feste religiose (ad esempio per la Festa del 1° maggio di Sant'Efisio a Cagliari).
Ed ecco gli amuleti denominati Kokko o Sabegia gioielli apotropaici che fino al secolo scorso in molte parti della Sardegna risultavano indispensabili alla persona fin dalla sua nascita, anche in presenza del sacramento del battesimo. Il Kokko è un'importante testimonianza del fatto che in tutta la Sardegna la superstizione ancestrale è sopravvissuta ai millenni di storia riuscendo a convivere anche con la religiosità ufficiale.

Questi gioielli in argento chiamati Spuligadentes si diffusero in tutta l'Isola con la dominazione spagnola. La loro funzione apparente è quella di pulire i denti, tuttavia si può notare che anche nella loro realizzazione sono impiegati gli elementi apotropaici, quali sono i coralli, le pietre nere, la pasta vitrea turchese, i quarzi, il tutto non solo per impreziosire ma soprattutto per difendere la persona che indossa il gioiello da ogni male.

I Bottoni in filigrana di argento costituiscono anche essi un ornamento indispensabile del vestiario maschile e femminile, non solo per chiudere ma anche per rendere eleganti i costumi tradizionali sardi.


I Copricassa e le Bisacce tessuti al telaio manuale che presentano elaborati motivi floreali testimoniano la infaticabile maestria delle tessitrici sarde.


Anche gli utensili di legno presentano lavorazioni raffinate dal lavoro paziente degli intagliatori.
Molto altro ancora aspetta di essere ammirato all'interno del Museo, al quale è possibile accedere gratuitamente tutti i giorni, eccetto il lunedì, dalle h. 9.00 alle h.20.00.




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