A Sant'Antioco si trova un luogo dove la presenza umana esiste, con sfaccettature diverse, da oltre duemila anni.
Si tratta del Villaggio ipogeo, chiamato anche Is Gruttas, che in epoca cartaginese (VI - III sec. A. C.) era una grande necropoli scavata nella collina rocciosa.
Ma per uno strano destino la necropoli, luogo di morte, subì la trasformazione in un luogo di sopravvivenza estrema.
Infatti, le incursioni degli arabi (VIII sec. D.C.) costrinsero molti abitanti di Sant'Antioco a profanare la necropoli per nascondersi e trovare un sicuro rifugio al suo interno.
Da quel momento in poi la necropoli divenne un villaggio e la vita sotterranea dei suoi abitanti continuò, sebbene in grande povertà e malattia, fino al 1960 circa.
Nei primi anni '90 il Comune di Sant'Antioco avviò un progetto di conservazione e recupero di una parte del villaggio aprendo le sue porte ai visitatori.
Alcune parti del villaggio non sono visitabili poiché, con il trascorrere del tempo, sono divenute proprietà delle abitazioni soprastanti.
L'umidità estrema dell'aria è l'elemento che domina tutto l'ambiente del villaggio ipogeo.
La visita guidata è stata molto utile per riflettere su alcuni aspetti dell'esistenza umana sia all'interno che al di fuori del villaggio ipogeo.
Infatti quell'ambiente malsano, insieme alla povertà, fece patire ai suoi abitanti non solo tante malattie e sofferenze, ma anche la derisione della gente che, vivendo in superficie in abitazioni normali, non comprendeva la loro condizione di sopravvivenza e li escludeva dalla società.
Cosicché appare chiaro che, con il trascorrere dei secoli, questo luogo abbia dismesso la sua funzione di necropoli ma solo in apparenza, poichè, per troppo tempo, ha continuato ad ospitare persone vive in lotta quotidiana contro la propria morte sociale.
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