Armungia all'interno del suo centro storico è un autentico paese museo.
Ogni semplice pietra, inserita dentro l'architettura degli edifici e persino nei lastricati delle strade, ha acquistato nel tempo un pregiato valore estetico.
Questo paese lontano dal mare offre molte risorse al turista che vuole conoscere l'ambiente e la cultura delle genti sarde. Infatti in questo luogo è custodita una parte della storia sarda iniziata molti millenni orsono. Il principale testimone di questa storia è senz'altro il bel nuraghe monotorre (risalente al XV sec. A.C.) che si trova al centro dell'abitato in prossimità del museo etnografico "Sa domu de is Ainas".
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Proprio da questo museo etnografico inizia la mia visita (della durata di circa due ore) al sistema museale di Armungia in compagnia di una guida turistica molto preparata e dotata di grande passione per il proprio lavoro. Il sistema museale è un museo diffuso, cioè ospitato in più edifici tra loro separati, la cui visita richiede al turista brevi spostamenti a piedi nel centro storico.
All'interno de "Sa domu de is Ainas" i costumi di Armungia, semplici ed eleganti, ci offrono il benvenuto.
In una sala attigua troviamo un antico telaio e numerosi strumenti per la cardatura, la filatura e la tessitura.
Si prosegue con le spiegazioni della guida turistica relative alla struttura dell'antica mola del grano ed al ciclo
della panificazione.
La particolare lavorazione del pane tipico di Armungia, denominato Pistoccu, viene spiegata dalla guida turistica anche attraverso i pannelli illustrati.Questo pane molto croccante che si presta ad essere conservato a lungo come il pane carasau veniva consumato bagnato. Oggi è ottimo da assaporare condito con il brodo oppure con la salsa di pomodoro ed il pecorino gratuggiato.
Gli attrezzi da lavoro esposti nel museo sono numerosi. Uno spazio molto ampio è dedicato all'agricoltura.
Sono stata colpita in modo positivo dalla capacità di comunicazione visiva dell'allestimento del calendario agrario, dove gli attrezzi agricoli poggiano sui mesi dell'anno corrispondenti al loro utilizzo.
Al tempo stesso il calendario comunica le parole della lingua sarda corrispondenti ad ogni singola attività dell'agricoltura.
Una parte del museo etnografico continua all'interno di tre piccole case, che un tempo erano tra loro divise ed abitate da famiglie non abbienti. Oggi le case sono collegate tra loro e la loro caratteristica principale è data dalla presenza dei forni a legna. Proprio in questo spazio è allestita una saletta per la proiezione di film - documentario inerenti alla panificazione ed agli altri temi di particolare interesse etnografico.
Gli allestimenti relativi al calendario agrario ed alla panificazione rendono questo Museo complementare rispetto a quello di Ortacesus di cui ho parlato in un precedente post la Casa del Grano di Ortacesus.
Il nuraghe monotorre, caratterizzato da una bellissima tholos, svetta sul territorio di Armungia e domina la sottostante vallata fino al fiume Flumendosa.
Ancora una volta dinanzi all'imponenza di queste costruzioni siamo costretti ad interrogarci su chi fossero realmente gli antichi abitanti della Sardegna.
Dopo la visita al nuraghe si percorrono alcune vie del paese fino alla Casa del Fabbro, un luogo di sicuro interesse architettonico ed etnografico. Nella piccola bottega appartenuta ad un fabbro di Armungia gli attrezzi, in parte già visionati all'interno del museo, restano collocati nel loro reale luogo di lavoro, rendendo così più semplice la comprensione del loro utilizzo ai non esperti di questo mestiere.
La visita al sitema museale si conclude all'interno della splendida Casa del Segretario, realizzata interamente pietra tra il XIX ed il XX sec., luogo nel quale Armungia rende omaggio agli scrittori - partigiani Emilio (nativo di questo paese) e Joyce (Gioconda Beatrice Salvadori Paleotti) Lussu attraverso i documenti, la fotografia di Franco Caruso e gli spazi multimediali. Se volete programmare una visita o semplicemente saperne di più ecco il link al sistema museale Armungia Musei.
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